Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale segnò sostanzialmente la fine della Belle Epoque gardonese. Per il fatto che la Germania e l’Austria si schierarono dalla parte opposta nel conflitto rispetto all’Italia, le proprietà dei loro cittadini su suolo italiano vennero confiscate. A Gardone i tedeschi costituivano la maggioranza della popolazione. Le ville furono vendute all’asta dallo Stato. Il complesso Ruhland, suddiviso in lotti, fu effettivamente venduto all’asta. Villa Alba, insieme a Torre Ruhland, fu acquistata dall’aviatore, poeta, scrittore, drammaturgo e amico di Benito Mussolini, l’ideologo del fascismo italiano Gabriele D’Annunzio. D’Annunzio ricostruì la Torre Ruhland nello stile di una fortificazione difensiva medievale. Lo stile dato da D’Annunzio è perdurato fino ai giorni nostri. D’Annunzio acquistò dalle figlie di Wimmer anche la tenuta di Cargnacco, dove creò l’imponente complesso storico “Il Vittoriale”, per “risvegliare lo spirito nazionale”, che faceva riferimento all’idea sostenuta da D’Annunzio, che desiderava la restaurazione dell’Impero Romano. La villa più piccola fu acquistata all’asta dal già citato professore conte Turati.
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Nel 1918, dopo i tumultuosi anni della Prima Guerra Mondiale, la villa fu espropriata con decreto del 24 gennaio e trasferita allo Stato.
L’edifico fu chiamato Villa Turati per molti anni, nome legato all’aristocratico italiano e professore di etimologia Emilio Turati, che acquistò la villa all’asta nel 1920. Morì a Gardone Riviera nel 1938.
Il padre di Emilio, il conte Ercole Turati (1829-1881) fu un banchiere milanese con la passione per l’ornitologia. Insieme al fratello Ernesto Turati creò una collezione di oltre 20.000 esemplari di uccelli e dei loro nidi. La sua collezione comprendeva anche un rarissimo esemplare di un uccello estinto della specie Alca impenne (Pinguinus impennis) che viveva sulle coste rocciose in climi freddi. Dopo la morte di Ercole, i suoi eredi donarono (vendettero?) la collezione del conte al Museo di Storia Naturale di Milano.
Il fratello del conte, Vittorio Turati, fu un pioniere della fotografia che sviluppò il processo di stampa delle sfumature chiamato Sincroma o Synchromie. Anche il figlio del conte Emilio Turati era uno scienziato, un entomologo. Probabilmente con il denaro ricavato dalla vendita della collezione del padre Emilio acquistò la villa sul lago di Garda.
Emilio Turati
Image: Portraits de Lepidopteristes. Second Series. in Etudes de Lepidopterologie Comparee by Charles Oberthur Fascicule X. 1915
La famiglia Turati era una famiglia di mercanti milanesi specializzati nel commercio di cotone. Non va dimenticato che Milano fu un polo europeo dell’industria tessile e della moda. La crescente importanza della famiglia Turati si tradusse ben presto nel titolo aristocratico di “conte”, Turati, proprio come la famiglia Tucher, si espanse e creò “rami” con le proprie specializzazioni; un’altra specializzazione della famiglia, oltre al commercio del cotone, fu quella dei servizi finanziari. Fu Ercole a occuparsi di servizi finanziari. Tuttavia, non abbiamo “prove concrete” che Ercole Turati fosse effettivamente un banchiere.
Sicuramente prestava denaro a interesse, e questo è probabilmente il motivo per cui le leggende lo menzionano come banchiere. Ercole era più un finanziere, un investitore e naturalmente un ornitologo, ma probabilmente non un banchiere dal punto di vista legale.
Ercole lasciò al figlio Emilio diverse proprietà, tra cui un magnifico palazzo nel centro di Milano, il “Palazzo Emilio Turati”. L’anno di costruzione, il 1880, indica che fu Ercole a costruire l’edificio e non Emilio, che all’epoca aveva solo 22 anni.
Negli anni ’20 del secolo scorso, Gardone divenne meta prediletta di diversi artisti, tra i quali il pittore Gregorio Sciltian e lo scultore Francesco Messina. Nel dopoguerra vi soggiornò anche Winston Churchill. Tra le grandi attrattive di Gardone bisogna ricordare il Vittoriale i cui lavori, avviati nel 1923 dall’architetto Giancarlo Maroni, proseguirono anche dopo la morte di D’Annunzio.
Su un terreno recintato di nove ettari, che comprende anche l’antica villa Cargnacco (residenza del Wimmer e poi del critico d’arte tedesco Ernst Thode), il poeta raccolse la sua collezione: la nave Puglia, il motoscafo antisommergibile Mas 96 usato per affondare le navi e durante la Beffa di Buccari, la corazzata austriaca Viribus Unitis, l’aereo del leggendario volo su Vienna (9 agosto 1918), l’Isotta-Fraschini e la Fiat Torpedo. Realizzò anche il teatro all’aperto, con una capienza di 1500 spettatori, ma il gioiello è senza dubbio lo Schifamondo, la casa-museo fatta costruire da D’Annunzio, che preferì però risiedere sempre in villa Cargnacco (da lui chiamata Prioria).
Il Vittoriale degli Italiani, Gardone Riviera
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