Uno di loro fu Karl Ferdinand Richard Langensiepen (18.03.1854 – 04.07.1920), il proprietario di una fabbrica tedesca di Magdeburgo che operava nel settore metalmeccanico, dell’acciaio e delle fonderie. La moglie di Langensiepen, Paola nata Budenberg, era figlia di Christian Friedrich Budenberg, consigliere comunale di Magdeburgo e industriale tedesco, comproprietario della fabbrica di manometri a membrana e caldaie a vapore Schäffer und Budenberg, azienda che deteneva il brevetto per i manometri. L’azienda aveva sedi commerciali a Mosca, San Pietroburgo, Zurigo, Londra, Manchester e New York.
Con un simile background familiare, non sorprende che Langensiepen abbia raggiunto il successo. Nelle sue fabbriche di Magdeburgo produceva pompe e motori a combustione interna per un’industria in rapida crescita che si stava allontanando dal motore a vapore, preferendo i motori a combustione interna.
Alla fine del XIX secolo, Magdeburgo era un importante centro per l’industria pesante e la costruzione di macchine. Magdeburgo era la sede delle officine di Alfred Krupp, il magnate dell’acciaio e della meccanica, le officine meccaniche di Hemann Gruson, specializzate nella costruzione di locomotive e poi nella costruzione di armature pesanti.
Tornando a Langesiepen, esso vendeva i suoi prodotti (pompe, motori e macchine utensili) in tutta Europa. Come risulta dai cataloghi dei produttori di macchine, forniva i suoi prodotti anche alle fabbriche di tessitura, tra cui a Łódź. Langensiepen ebbe un successo formidabile come imprenditore nella Russia zarista. La sua azienda aveva sedi commerciali a Mosca, San Pietroburgo, Riga, Niznij Novgorod, Vladivostok e Baku.
Image: “Gardone Mittele’Europea” Attilio Mazza
Image: “Gardone Mittele’Europea” Attilio Mazza
Image: “Gardone Mittele’Europea” Attilio Mazza
Fu a Baku che fornì pompe per l’industria petrolifera in piena espansione. Il partner commerciale di Langensiepen fu lo stesso Alfred Nobel. In seguito a un incendio negli impianti di produzione di Magdeburgo, Langensiepen trasferì la produzione in Russia. La ricollocazione dell’attività lo aiutò a ottenere un successo formidabile, perché, producendo localmente, evitò i prezzi proibitivi delle importazioni affrontati da altri produttori che fornivano prodotti analoghi dai propri stabilimenti al di fuori della Russia. Gli affari andavano così bene che Langensiepen si guadagnò lo status di fornitore dell’esercito dello Zar. Probabilmente non si trattava di semplici gamelle, bottoni o fibbie per cinture di soldati, ma della cosiddetta “produzione speciale”, cioè le armi o le tecnologie che potevano servire alla difesa ed all’esercito. Langensiepen doveva godere di una notevole autorità, dato che lo Zar gli conferì una medaglia per il suo contributo allo sviluppo dell’industria in Russia. Solo quattro stranieri hanno ricevuto tale medaglia, tra cui Alfred Nobel. Successivamente, lo Zar concesse a Langensiepen il diritto esclusivo di “attaccare” la sua carrozza privata a qualsiasi treno di almeno 3 carrozze.
A questo punto sorge la domanda: come ha fatto l’indaffarato Langensiepen a finire sul Garda? Come già accennato, Wimmer aveva inizialmente attirato a Gardone gli amici dei tempi della costruzione delle ferrovie. Langensiepen, in quanto costruttore di pompe e motori, che forniva anche le ferrovie, apparteneva probabilmente al gruppo di imprenditori che Wimmer potrebbe aver conosciuto durante la costruzione della ferrovia nelle Alpi. È probabilmente così che Langensiepen, attraverso le sue conoscenze professionali e commerciali, giunse a Gardone, che lo incantò a tal punto da decidere di stabilirvisi con la famiglia e di trasferirvi la sede dell’azienda. Ciò è confermato dal fatto che Paola, la moglie di Langensiepen, fu la prima ad arrivare a Gardone, e, per il bene della salute di suo figlio Franz, decise di trascorrere l’inverno qui con lui. Ad accompagnare Paola nel suo “svernamento” sul Garda c’era la sorella Alvina, che era anche la moglie di Otto Arnold, socio di Langensiepen.
Image: Baltische Monatsschrift, Februar 1912, Jahrgang 54, Verlag: Jonck& Poliewsky, Riga
Langesiepen si preparò con cura per l’investimento a Gardone. Scelse come architetto Herman Ludwig Schafer, figlio di un socio del suocero, cioè Bernhard Schafer. Nel 1900, Langensiepen acquistò dal dott. Ludwig Rhoden un vasto appezzamento di terreno di 7 ettari con accesso al lago nelle immediate vicinanze del Grand Hotel Gardone. Sul terreno acquistato, in pendenza verso il lago, esistevano già degli edifici del XVII secolo circondati da un parco (l’attuale Villa Ruhland). Gli edifici originari costituivano il complesso di residenze estive della famiglia Beschi di Castiglione delle Stiviere, cioè della vicina provincia di Mantova. Fu da loro che Rhoden acquistò la proprietà e vi abitò inizialmente.
Da questa transazione risulta evidente che il dott. Ludwig Rhoden non era solo un medico, ma aveva anche uno spirito imprenditoriale. L’appezzamento di terreno che Rhoden vendette a Lagensiepen nel 1900, fu acquistato da lui stesso nel 1885. L’obiettivo di investimento di Rhoden è quindi chiaro. Fecero lo stesso gli altri primi coloni, ovvero le famiglie Wimmer, Fuchs, Rhoden e Koeniger.